• I prodotti tipici umbri conquistano New York

    All’università insieme, poi, quando arriva l’età matura e hai bisogno di lavorare, fai la valigia e parti. A molti italiani tocca così. Marco ha vissuto a Terni fino ai 25 anni, ma ormai dimora in pianta stabile a New York più o meno dal 2010. Quattro anni nella Grande Mela e tre come impiegato in una banca d’affari. Non male. D’altronde, per un brillante laureato, gli States offrono opportunità, ma la terra dove sei nato è difficile da dimenticare e Marco appena può cerca di tornare nella verde Umbria a trovare la famiglia, gli amici, i luoghi in cui ha vissuto da ragazzo.

    Così nei giorni scorsi ce lo siamo visto davanti con immensa sorpresa, e giù abbracci, strette di mano e racconti. Già, perché dopo i convenevoli abbiamo iniziato a tempestarlo di domande sulla sua vita newyorkese e… sapete qual è stata la prima risposta? “Non mi sono mai sentito così fiero come quando è stato indetto Il Mese dell’Umbria”.

    Era il novembre 2012 e l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, al momento dell’inaugurazione disse: “I love Umbria Month”, dando inizio alla kermesse che ha omaggiato le produzioni della nostra regione dedicandogli una lunga serie di eventi allestiti nella capitale americana. Nel punto vendita Eataly – la famosa catena internazionale fondata da Oscar Farinetti dedicata al mangiar bene italiano – per 30 giorni i riflettori sono stati puntati su vendita diretta dei prodotti, degustazioni, cene tematiche, comunicazione multimediale, laboratori del gusto, promozione del territorio e di altri settori produttivi come turismo, tessile, artigianato artistico, arte, cultura e quant’altro.

    Oltre a Bloomberg, all’inaugurazione di “Umbria Month” nello Store Eataly all’incrocio tra la 23esima strada e la quinta Avenue, ha partecipato anche Joe Bastianich, volto cult del programma televisivo Masterchefs. Una conferma per l’agroalimentare umbro: sia per le aziende di grandi dimensioni già affermate in ambito internazionale, sia per quelle più piccole caratterizzate da volumi minori ma capaci di garantire un altissimo livello qualitativo.

  • Olio extravergine d’oliva umbro, vero made in Italy

    Altro che fumetti del New York Times: il nostro olio extravergine d’oliva rappresenta quanto di meglio si possa trovare sul mercato senza temere confronti, tantomeno analisi merceologiche od organolettiche. Viene rigorosamente prodotto in Italia con olive coltivate nelle campagne intorno al borgo di Stroncone, antico centro medievale a un tiro di schioppo dalla città di Terni, eretto intorno al x secolo su uno sperone roccioso al confine fra Ducato longobardo di Spoleto e territori Bizantini.

    Non che l’autorevole quotidiano americano avesse tutti i torti quando l’altra settimana ha pubblicato alcune vignette che sbeffeggiavano gli inganni del falso Made in Italy, problema molto sentito negli Stati Uniti, in grado di danneggiare seriamente l’economia agroalimentare italiana, soprattutto l’olio extravergine d’oliva visto come simbolo della dieta mediterranea. Ma niente paura; il nostro olio è prodotto da aziende a conduzione familiare attive nel cuore più verde d’Italia, patria di san Francesco e san Benedetto: l’Umbria. La stessa Umbria che può contare su oltre 27 mila ettari di terreno coperto da quasi sette milioni e mezzo di piante d’ulivo, per una produzione media di circa 90 mila quintali di olio extravergine all’anno.

    E a proposito di conduzione familiare, quale migliore occasione per ricordare come l’ONU abbia proclamato il 2014 “Anno internazionale dell’azienda agricola familiare”? Forse pochi lo sanno, ma l’anno in corso è dedicato dalle Nazioni Unite alla valorizzazione dell’impresa agricola familiare in ogni parte del mondo. A tal riguardo sono previste iniziative a vari livelli – locale, nazionale, internazionale -, tanto che la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) ha già programmato convegni e manifestazioni in molti Paesi.

    E come sottolineano dal dipartimento di Scienze agrarie dell’università di Perugia “grazie al censimento Istat e agli studi dell’Istituto nazionale di economia agraria, sappiamo che la quasi totalità delle imprese agricole umbre sono a gestione familiare”. Un dato per molto tempo ritenuto negativo, poiché comprometteva l’industrializzazione del comparto alimentare, salvo ricredersi fermamente oggi, una volta saggiate le capacità dei piccoli imprenditori orientati al raggiungimento di una qualità eccelsa e perfino tesi alla salvaguardia della biodiversità, “continuando a coltivare varietà vegetali che le grandi aziende trovano poco produttive”.

    Un buon viatico per avvicinarsi al 2015, anno dell’Expo internazionale di Milano in programma dal primo maggio al 31 ottobre. Come noto l’Esposizione universale proporrà lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, essendo dedicata al tema dell’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile per tutti. Dunque guarderà al futuro delle produzioni agroalimentari e si farà in Italia, famosa nel mondo anche per questo motivo. Per le aziende umbre un’occasione da non perdere.