Una volta era il jazz, poi il jazz e le magnifiche location umbre, adesso, oltre al jazz e alle location, anche il vino, l’olio extravergine d’oliva, la pasta artigianale e non solo: “L’idea è quella di creare un festival al mese, per animare il borgo tutto l’anno. Ad esempio, a dicembre vorremmo organizzare un festival di enogastronomia, a gennaio di economia, a febbraio di filosofia, a marzo di cinema e così via”. A parlare è Luciano Vanni, uno dei migliori talenti nazionali in fatto di promozione culturale, patron della Vanni editrice, leader in Italia in quanto a informazione specifica sul jazz. Il tema riguarda l’ultimo progetto a cui il giovane manager toscano, trapiantato in Umbria da parecchi anni, sta dedicando anima e corpo: fare del borgo di Collescipoli una roccaforte della cultura intesa in senso lato, cioè in ogni suo forma d’espressione, trasformando l’antico agglomerato medievale nella patria di quello che si potrebbe definire un vero e proprio “festival diffuso”.

Conoscendo il passato di Vanni, ciò che ha saputo organizzare e la grinta di cui dispone, siamo certi che anche stavolta centrerà l’obiettivo, così come siamo altrettanto certi che noi saremo lì, nel borgo di Collescipoli, col nostro vino, la nostra pasta, il nostro olio extravergine d’oliva, tutti rigorosamente prodotti sul territorio. Non c’è nulla di più attinente alla mission della nostra azienda, infatti, che l’operato di Luciano Vanni, da sempre impegnato nella promozione della bellezza locale, ovvero la versione umbra di quella “grande bellezza” italiana portata da Sorrentino a vincere l’Oscar. Filtrata dalla cinepresa del regista napoletano, però, riflette un’immagine negativa, quasi rappresentasse una grande opportunità gettata alle ortiche. Un po’ è vero: la bellezza italiana considerata in tutte le sue componenti (tra cui il talento del popolo) al momento rimane un’incompiuta; ma a maggior ragione crediamo nell’operato di persone come Vanni, votate all’ottimismo e alla certezza che il Belpaese, se saprà puntare sulle qualità riconosciutegli in ogni angolo del mondo, ce la farà. E noi confermiamo: a Collescipoli ci saremo.

D’altronde, come si fa a mancare? Un festival lungo dodici mesi capace di abbracciare ogni forma della cultura umana, organizzato in un borgo bellissimo della bassa Umbria colmo di suggestioni medievali, non si può perdere. A maggior ragione se l’organizzazione – come conferma Vanni – sarà open source e a impatto zero per le casse pubbliche: “Io ho molti contatti, visto che oltre al jazz promuovo il turismo culturale, ma è evidente che l’organizzazione sarà aperta a tutti coloro in grado di esprimere risorse e competenze. Ferma restando la qualità, elemento imprescindibile … Con questa logica si potrà accedere a finanziamenti europei, senza oneri per i cittadini … Se la cosa va in porto diventa una vera e propria rivoluzione culturale”.